La psoriasi è un disturbo infiammatorio della cute nota per il suo manifestarsi con chiazze eritematose e ricoperte da uno strato squamoso, soprattutto su gomiti, ginocchia e cuoio capelluto.

È una malattia cronica e recidivante e può palesarsi a qualsiasi d’età in modo diverso in base anche alla persona, per cui la sintomatologia varia da individuo a individuo così come anche la forma clinica che assume.

La gravità della psoriasi può anch’essa cambiare di molto: dalla semplice manifestazione di pochi punti di desquamazione di tipo forforoso, fino a dermatosi con artrite psoriasica, esfoliazioni ed eruzioni debilitanti.

Come curarla: i benefici del sole

Per combattere la psoriasi si possono assumere gli integratori per la psoriasi e passare più tempo al sole (con la giusta protezione), dato che la vitamina D è essenziale per contrastarla. La vitamina D rallenta il diffondersi del disturbo a livello cellulare, così da placare l’infiammazione provocata.

La luce del sole può essere efficace, ovviamente, solo se gestita correttamente. Grazie ai suoi raggi ultravioletti (UV) esplica effetti immunosoppressivi, nello specifico, i raggi UVB possono rallentare la rapida crescita delle cellule della pelle, riducendo i sintomi nei pazienti con psoriasi lieve-moderata.

Probabilmente, il sole agisce da antipsoriasico anche stimolando il cervello a produrre le endorfine, che sostengono il buonumore e riducono, di conseguenza, la percezione dello stress.

Sarebbe bene cominciare a esporsi al sole in primavera e non abusare in estate, dato che i raggi UV hanno la controindicazione di essere un fattore di rischio elevato per i tumori della pelle. Inoltre, una scottatura solare potrebbe risvegliare la psoriasi. Inoltre sono molto benefici anche i bagni di mare grazie all’azione dell’acqua salata che favorisce il distacco delle lamelle della psoriasi.

In sostanza, quindi, grazie a integratori e sole, si possono aumentare le dosi di vitamina D, e ottenere dei risultati simili a quelli raggiungibili attraverso le terapie cortisoni che, evitando però gli spiacevoli effetti collaterali che queste ultime possono comportare.

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