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Fame nervosa: come affrontarla

Rifugiarsi nel cibo per consolarsi di qualcosa che non è andato come si desiderava è un atteggiamento più comune di quanto pensi.
Il nostro comportamento nei confronti del cibo, a causa di stress, ansia, super lavoro e mille altri motivi, può essere condizionato da circuiti istintivi cerebrali che seguono altre regole. Per affrontarli e modificarli, serve innanzitutto conoscerli.
Innanzitutto, proprio perché si tratta di un atteggiamento compulsivo, non bisogna provare in mille modi a smettere: questo atteggiamento allontana dalla soluzione.
Bisogna indagare più a fondo, nella psiche, ma questo richiede innanzitutto una mentalità disponibile.
Classicamente, la fame nervosa viene considerata come un comportamento tipico di coloro che sono soliti mescolare le proprie emozioni con l’assunzione di cibo utilizzando quest’ultimo come arma per fronteggiare le situazioni emotive che ogni giorno si ritrovano a vivere.
Come se il cibo potesse placare uno stato d’animo intollerabile e si è dominati dall’illusione che mangiare possa, in qualche, modo cancellare o sedare lo stato di disagio. Per cambiar rotta occorre, dunque, prima di tutto imparare a stare proprio in quegli stati emotivi che sono alla radice dell’abbuffata, e non usare il cibo per scappare via.
Quando sono presenti ricorrenti episodi di abbuffate scatenati da alcuni eventi emotivi, è necessario intervenire con una terapia cognitivo comportamentale al fine di trattare in modo efficace il disturbo alimentare presente.
Oltre ad un approccio psicoterapeutico, esistono alcuni rimedi naturali in grado di controllare la fame nervosa. Ecco un elenco di piante che sono state considerate rimedi efficaci nel combattere il disturbo in questione:
- Citrus aurantium e Rodiola rosea (vengono attribuite a queste piante proprietà anoressizzanti).
- Angelica, melissa, passiflora e tiglio (sono rimedi fitoterapici a cui si attribuiscono proprietà ansiolitiche).
- Cellulosa, glucomannano, gomma guar, inulina (sono sostanze che non vengono digerite e che si gonfiano nello stomaco, dando quindi al soggetto un senso di sazietà).